Canones Adomnani - I Libri Penitenziali

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Penitenziali Irlandesi > Ciclo di Adomnan
CANONES ADOMNANI
Iona/Hy (Ebridi Interne), 621/626 d.C.
Per quanto non si tratti di un Penitenziale stricto sensu, i Canones Adomnani sono una collezione di venti canoni avente ad oggetto una normativa sanitaria connessa all’edibilità dei cibi.
Tuttavia, la dottrina più autorevole (VOGEL C., Les “Libri Paenitentiales”, Turnhout 1978, 64; BIELER L., The Irish Penitentials, Dublin 1975, 9; MCNEILL J.T. - GAMER M.H., Medieval handbooks of penance: a translation of the principal “libri poenitentiales” and selections from related documents, New York 1928, 130) considera quest'opera appartenente a questo genere letterario dal momento che i Canones formalizzano l’applicazione di sanzioni di tipo penitenziale in caso di trasgressione.
All’origine di queste norme non vi sono solamente le disposizioni veterotestamentarie del Levitico e del Libro dei Numeri ma la necessità di stabilire una condotta comunitaria che preservi i membri dalla contaminazione di violazioni igieniche e dal propagarsi di malattie.
La tradizione testuale attribuisce la paternità dell’opera al successore di Columba sul soglio abbaziale di Iona: Adomnano o Adamnano  figlio di Ronan (†704).
L’attuale versione dei Canones potrebbe, in realtà, non essergli direttamente ascrivibile.
L’espressione “idem interpretatus est” presente in alcune disposizioni (cann. 16, 17, 29, 20), infatti, fa piuttosto deporre in favore di una sua volontà di adottare i comportamenti formalizzati nei canoni medesimi.   
INCIPIUNT EXCERPTA DE LIBRIS RIMANORUM ET FRANCORUM
[... omissis...]
59. Si quis legitimae legis voluntate patrum nuptam filio iunxerit, et iuxta hoc concubinam ancillam sibi habere praesumpserit, ipse ab Ecclesia Dei et omni Christianorum mensa sit extraneus, nisi ad poenitentiam revocetur.
60. Si quis ancillam suam sibi in matrimonio habere voluerit, et de rebus suis habet potestatem: si voluerit postea venumdare eam, non conceditur. Quod si eam venumdare voluerit, eum damnari iubemus, et ancillam illam in sacerdotis ponimus potestatem.
61. Si quis catholicus capillos promiserit more barbarorum, ab Ecclesia Dei alienus habeatur, et ab omni Christianorum mensa donec delictum emendat.
[... omissis...]
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